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Seborga, il borgo-principato delle ginestre bianche

Seborga, il borgo-principato delle ginestre bianche

Potrebbe sembrare uno dei tanti borghi incantati che punteggiano l’intera penisola italiana, ma se noi di postiesogni.it ti portiamo proprio a Seborga è perché non è un posto come tanti. Quello che ti raccontiamo è un caso curiosissimo di ‘borgo-principato’, che ti conquisterà con il suo fascino antico e con il profumo della sua ginestra unica al mondo

Incastonato in un paesaggio idilliaco fatto di cime spettacolari e colline rese luminose da distese coperte di ulivi e macchia mediterranea, Seborga è un borgo da non perdere. Soprattutto se hai voglia di una fuga lunga un weekend, perché pur essendo piccolo e raccolto (e dunque visitabile in pochissimo tempo) nasconde curiosità e particolarità che lo rendono unico. 

Siamo in provincia di Imperia, nell’entroterra della Liguria eppure a due passi da quello che un principato lo è sul serio, cioè quello di Monaco. Eppure nel suo piccolo anche Seborga rivendica da tempo la sua indipendenza e il suo essere a suo modo principato battente bandiera e persino moneta proprie. Ma andiamo con ordine. 

 

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Perché Seborga è un principato? 

Potrebbe sembrare una domanda un po’ bizzarra, dal momento che siamo in Italia e Seborga non è né il Vaticano né San Marino. Leggendo i documenti storici di Seborga, tuttavia, viene fuori tutta un’altra storia: pare, infatti, che nel 1729 il borgo divenne un vero principato in seguito ad una serie di vicende. 

Per risollevare l’economia di Seborga dopo un periodo di guerre e crisi, i monaci che avevano nel frattempo preso il potere decisero di coniare monete d’oro e d’argento destinate ai mercati orientali. Una strategia che non funzionò come avrebbe dovuto: una volta chiusa la Zecca, sempre i monaci misero in vendita Seborga. Dopo anni di contrattazioni sarebbe stata acquistata dai Savoia, ma negli anni Sessanta del Novecento quando un abitante di Seborga affermò che in realtà quell’atto di vendita non era mai stato registrato. Una convinzione che derivava dai numerosi studi che aveva fatto sui documenti dell’epoca, e che lo portò dunque a rivendicare per Seborga lo status di principato. La cittadina, infatti, si trovava in una sorta di limbo in cui si trovava ad appartenere un po’ a tutti e un po’ a nessuno, condizione che rese l’idea del principato indipendente convincente e percorribile. 

Leggi anche Liguria, un viaggio all’insegna di macramé, merletto e damasco.

 

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Il principato di Seborga oggi 

Ancora oggi Seborga mostra il suo volto da principato con tanto di re, francobolli, leggi e moneta a parte, i Luigini che possono utilizzati come “buoni” spendibili nei negozi del paese.  

Perché in realtà al giorno d’oggi il principato di Seborga non è certo riconosciuto a livello politico e istituzionale. La sua natura è legata a motivi esclusivamente folkloristici, idea originale per far rivivere il passato e mantenere vive le tradizioni locali. Si tratta, dunque, di un’intelligente strategia promozionale che ogni anno attira moltissimi turisti in questo piccolo centro tra Ospedaletti e Bordighera. Seborga lo fa peraltro con stile, rendendo tutto incredibilmente verosimile: camminando tra le stradine della cittadina, infatti, noterai ovunque le bandiere del principato a strisce bianche e azzurre con tanto di scudo del 1760 e corona reale. Potresti persino incontrare il sindaco che – caso più unico che raro – qui è anche principe. 

Se leggendo questa storia così curiosa ti è venuta voglia di partire il prima possibile alla volta di Seborga, ti conviene segnare le cose che ci sono da vedere nel suo centro storico. Perché al di là della ‘questione principato’, Seborga è in realtà un borgo ricchissimo di attrazioni e monumenti storici, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano e uno dei Borghi più Belli d’Italia che nasconde innumerevoli tesori dal valore inestimabile. Soffermati nel suo cuore pulsante rappresentato dalla piazza principale, su cui affacciano la seicentesca Chiesa Parrocchiale di San Martino dalla facciata barocca e il Palazzo dei Monaci, antica sede della Zecca e ancora visitabile.  

 

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Seborga, un… fiore di paese 

All’inizio dell’articolo abbiamo chiamato Seborga il borgo-principato delle ginestre bianche. Arrivati quasi alla fine di questo viaggio non ce ne siamo certo dimenticati, anzi. Abbiamo tenuto questa chicca per chiudere in bellezza, e ora vogliamo dirti perchè dovresti andare a Seborga quando fiorisce la ginestra seborghina (e anche cosa indossare per fare delle foto top). 

Se ami i fiori, Seborga è il posto giusto per te: siamo del resto ad una manciata di chilometri da alcuni dei borghi della Provenza famosi per le distese di lavanda e per i diversi tipi di mimosa. Anche la mimosa di Seborga è degna di nota, ma il suo fiore all’occhiello (nel vero senso della parola) è rappresentato dalla ginestra seborghina, così chiamata a rivendicarne la proprietà.  

La ginestra di Seborga è diversa dalle altre, e non solo perché fiorisce tardi rispetto alla comune ginestra. Il periodo della fioritura della ginestra seborghina dura più o meno fino a metà aprile, ed è dunque questo il momento dell’anno in cui ti conviene pianificare la tua visita.  

Se visiti Seborga ad inizio primavera, infatti, assisterai ad uno spettacolo che è puro… candore. Perché la ginestra seborghina è unica anche nel colore, fiore bianco dalla bellezza pura che quasi contrasta con una terra selvaggia come in molti punti è quella della Liguria.

 

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Un contrasto mozzafiato, e al tempo stesso set eletto per fare delle foto indimenticabili per i tuoi album dei ricordi. Dato il candore dello sfondo, il consiglio di postiesogni.it è di indossare qualcosa di molto colorato, acceso e perfetto per la primavera!

 

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