Un trionfo di piante acquatiche che sembrano disegnare sull’acqua delle isolette rosa: il Parco del Mincio nel periodo della fioritura del loto è uno dei posti che non puoi proprio perderti.
Quando si parla di fiori di loto, il pensiero corre immediatamente all’Oriente. Da sempre, infatti, è possibile vedere immagini e video delle infinite distese di fiori di loto che puntellano i paesaggi orientali, al punto che ne sono diventati veri e propri simboli.
E se ti dicessimo che non devi andare così lontano per goderti lo spettacolo della fioritura del loto? Ti basta arrivare nel Parco del Mincio, nel cuore verde della Lombardia, nei mesi di luglio e agosto. È infatti questo il periodo in cui fiorisce il loto nel Lago Superiore: potrai assistere ad una delle più grandi fioriture di fiori di loto al mondo!
Tra angoli dalla bellezza suggestiva, piccole perle naturalistiche e impagabili testimonianze del passato, avrai la possibilità di vivere un’esperienza unica nel suo genere.
Il Parco del Mincio, paradiso di biodiversità (e resistenza)
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Siamo a due passi da Mantova, città dalle incantevoli architetture rinascimentali e con un patrimonio storico, artistico e culturale di primissimo livello. Basta allontanarsi di poco da questa preziosa città d’arte per immergersi in una vera e propria oasi di verde, relax e biodiversità. Il parco del Mincio è infatti un ambiente prevalentemente palustre, che nasce nel punto in cui si incontrano le acque del Mincio e la Pianura Padana. Un ambiente diversificato, ricco di flora e fauna, dove muoversi lentamente tra ninfee, aironi dai colori più disparati, cormorani e cigni, in un tripudio di autentiche meraviglie botaniche e floristiche.
È in questa cornice che ci si trova ad assistere, nel periodo di luglio/agosto, al risveglio dei fiori di loto. Il loto è infatti una pianta che fiorisce in acqua, ed in particolare in laghi e stagni. I suoi germogli si trovano infatti nei fondali melmosi, che rappresentano gli ambienti ideali per il loro sviluppo.
La fioritura del loto è un processo che è quasi una metafora della vita: anche se le sue radici affondano nelle paludi più fangose, il seme è tanto forte e paziente che permetterà allo stelo di emergere da queste profondità. Stagliandosi verso l’alto, per sbocciare infine alla luce del sole.
I fiori di loto del Mincio tra realtà e leggenda
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Se ti stai chiedendo anche tu come un fiore dall’anima orientale sia arrivato sulle sponde del Mincio, la risposta è da ricercare nel primo ventennio del Novecento. La sua ‘migrazione’ si deve ad una studentessa di scienze naturali di nome Maria Pellegreffi, che portò a Mantova dei tuberi ottenuti dall’Università di Parma grazie a dei missionari che avevano stretti legami con la Cina.
Lo scopo della ragazza era di ricavarne una farina alternativa a quella tradizionale, prodotto che nel primo dopoguerra scarseggiava. Un progetto che non ha trovato completamento dal momento che il loto in questa zona non è mai stato usato per scopi alimentari (ampiamente diffuso invece nei paesi orientali), ma che ha permesso di assistere oggi ad uno spettacolo che altrimenti sarebbe stato impossibile anche solo immaginare.
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C’è, dunque, un’origine scientifica che spiega la presenza del loto in questa zona della Lombardia. Per i più romantici, invece, è interessante conoscere anche la versione leggendaria e romanzata.
La protagonista di questa triste leggenda è una ragazza orientale che cadde in acqua perché impegnata a specchiarsi nel Lago Superiore. Non ci fu modo di salvarla e, saputo della sua morte, il suo amato decise di togliersi la vita. Non prima, però, di aver gettato dei semi di fiori di loto nel Mincio, come ricordo della bellezza e del profumo della ragazza.
Come muoversi nel Parco del Mincio per ammirare i fiori di loto
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Il territorio del parco è attraversato da una serie di vie d’acqua percorribili in barca, e nel tempo numerosi barcaioli si sono occupati dei visitatori desiderosi di ammirare il Mincio e la fioritura del loto. Ci sono diversi moli dove imbarcarsi per esplorare in barca le valli del Mincio: uno si trova a Mantova, non lontano da Palazzo Ducale, uno a Grazie di Curtatone, uno a Rivalta sul Mincio. Si può navigare in motonave, in battelli a motore elettrico o alimentati da energia solare. I più avventurosi possono invece solcare le acque del Mincio a bordo di una canoa che sembra quasi fare lo slalom tra canneti, isole di fiori di loto e i laghi di Mantova.
Il giro in barca è chiaramente il modo più scenografico di visitare il Parco del Mincio. In alternativa puoi approfittare anche della lunghissima pista ciclabile Mantova-Peschiera che costeggia il corso del fiume per circa 40 chilometri. In sella alla bici ti troverai ad attraversare diversi comuni del mantovano, alcuni dei quali decisamente meritevoli di una sosta.
Scegliere la bici consente, infatti, di fare sosta nei luoghi più densi di cose da vedere e attrazioni da visitare. Se dovessimo consigliartene uno soltanto, sicuramente la scelta ricadrebbe sul già citato Grazie di Curtatone. Rappresenta una sosta obbligata per il suo celebre e imponente Santuario della Madonna delle Grazie. Si tratta di un edificio quattrocentesco nato come voto della popolazione per essere stata risparmiata dalla furia della peste e considerato tra i luoghi di culto più importanti del nord Italia. I ‘madonnari’ che continuamente si dilettano ad abbellirne gli esterni con fiori e dipinti non fanno che aumentare il suo splendore architettonico!
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In questo luogo dove è la natura a regnare sovrana, indossa abiti dai colori che la richiamino e che ti consentano di armonizzarti alla perfezione con il contesta. Anche un leggero abito color pesca ti consentirà di essere un vero… fiore tra i fiori di loto! Ne trovi uno imperdibile su Amazon.
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