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Calcata, il borgo hippie degli artisti ad un’ora da Roma

Calcata, il borgo hippie degli artisti ad un’ora da Roma

Basta allontanarsi di pochi chilometri dalla Capitale per arrivare a Calcata; una distanza minima, ma che ti catapulta in un tutto un altro mondo, in un posto che somiglia ad un paesino di racconti fantasy 

Sospeso su una rupe tufacea e circondato da uno scenario incredibilmente suggestivo, Calcata è forse il borgo più famoso e rappresentativo dell’Agro Falisco.

Siamo nel Lazio, precisamente in provincia di Viterbo, nella zona della Valle del Treja che è un gioiello naturale dal valore inestimabile.

 

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Calcata è immersa in una cornice di boschi dai colori che cambiano col cambiare delle stagioni. Incorniciata da un paesaggio straordinario di rocce tufacee che hanno creato alte pareti rocciose, gole profonde e pinnacoli di pietra. Un ambiente dove la natura si ammanta di un velo magico, e che evoca suggestioni mistiche. 

Cosa vedere nel borgo di Calcata 

 

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È in questo contesto paesaggistico d’eccezione che l’antico borgo di Calcata si svela in tutto il suo splendore. Premiato nel 2018 con la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, è un borgo che ti accoglie dopo aver varcato la porta d’ingresso con la sua pittoresca piazzetta centrale.

È qui che si raccolgono tutti i (pochi) monumenti del paese come la seicentesca Chiesa del Santissimo Nome di Gesù e il Palazzo Baronale. Questo edificio è anche noto come Castello degli Anguillara dal nome della famiglia proprietaria, una delle più importanti della storia del Lazio.

Il Castello degli Anguillara è stato e continua ad essere centro nevralgico di Calcata. Fino agli anni Sessanta del Novecento ha ospitato tutti i luoghi amministrativi e sociali del paese, dalla scuola all’ufficio postale. Oggi è sede di alcuni uffici del Parco Regionale Valle del Treja. Nel settembre 2016 sono stati inaugurati i Locali del forno di corte, probabilmente la sala più antica del palazzo. I restauri hanno riportato alla luce antichi affreschi recanti il simbolo degli Anguillara. 

Sempre affacciato sulla piazza se ne sta il minuscolo Museo della Civiltà Contadina che ripercorre le vicende rurali di Calcata e dintorni. 

Calcata, passeggiando nel centro storico

Non sono, tuttavia, i monumenti storici l’unico motivo per cui visitare Calcata. Il borgo mostra il suo lato migliore al visitatore che sceglie di addentrarsi nel fitto labirinto di vicoli.

 

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Ti accorgerai che tutte le viuzze di Calcata conducono sul ciglio del profondo precipizio che circonda il borgo quasi per intero. Un vero e proprio complesso di mura naturali che costituiscono un caso unico. Calcata, infatti, è uno dei più pregiati esempi di borgo fortificato naturalmente. Non è dotato di una cinta di mura, ma è lo strapiombo stesso a proteggerlo ora come in passato. 

Passeggiando tra le stradine di Calcata si possono infine ammirare case in pietra e talvolta ricoperte in muratura, altre direttamente scavate nel tufo. Una camminata che è un viaggio indietro nel tempo, dove ad ogni passo sembra di sentire e vedere scene di un’Italia lontana nel tempo e colma di fascino.

Le case di Calcata sono delle modeste abitazioni ancora dotate dei loro antichi portali e di quanto resta dei tipici profferli, le scale esterne d’accesso ai primi piani. Alcune di queste case conservano cantine buie e silenziose, all’interno delle quali troverai delle interessanti botteghe d’artista o fecondi laboratori artigianali.

Ma questa è un’altra storia (che stiamo per raccontarti).  

Calcata paradiso d’artista 

 

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A partire dagli anni Sessanta, Calcata è diventato famoso per essere il borgo degli artisti. Fino ad una trentina di anni prima, era stata progressivamente abbandonata dai suoi abitanti a causa dei frequenti crolli della fragile rupe tufacea. 

Leggi anche Borghi fantasma in Italia, viaggio tra paesi abbandonati e atmosfere inquietanti   

Per questo motivo cominciò ad essere indicata come il paese che muore, appellativo peraltro dato anche alla vicina e ben più nota Civita di Bagnoregio. 

È tuttavia proprio il suo fascino surreale e per certi versi decadente che iniziò ad attirare artisti, artigiani ed intellettuali. Provenienti da ogni parte del mondo, pian piano ripopolarono quello che era diventato un borgo fantasma a tutti gli effetti.

Calcata era il posto perfetto per tutti coloro che volevano tornare ad una dimensione di vita genuina, lontana dalla società industriale e consumistica che in quegli anni si andava affermando sempre più.

I nuovi abitanti di Calcata iniziarono a plasmare il borgo secondo la propria estetica, caratterizzata da uno spiccato gusto per il sincretismo culturale e nello specifico per l’esotico. Non sono rari i riferimenti all’India nelle decorazioni delle case di Calcata, insieme ad altri legati ai più diversi mondi artistici e letterari.  

Calcata si trasforma così in un’autentica galleria d’arte a cielo aperto e centro di sperimentazione culturale e sociale ancora in fervente attività. Puoi infatti facilmente partecipare a convegni, concerti e spettacoli teatrali, spesso organizzate dalle numerose associazioni culturali presenti sul territorio. 

 

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Tra restauratori di mobili, artigiani d’arte di legno, vetro e ceramica, nelle botteghe di Calcata troverai pezzi unici da portare a casa. Abiti e gioielli, ma anche elementi d’arredo fatti a mano sono perfetti ricordi della tua visita. Li trovi facilmente nei laboratori degli artigiani di Calcata e nei mercatini che periodicamente vengono allestiti tra le sue stradine.

Il posto ideale per dare al tuo shopping un tocco di stravaganza e originalità, concludendo con una sosta in uno dei tanti locali caratteristici dove assaggiare tè, caffè o tisane. Non manca la possibilità di sedersi a bere un buon calice di vino da accompagnare a piatti tradizionali. 

Museo Opera Bosco, il regno dell’arte green 

 

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Il contributo degli artisti non si ferma al centro storico di Calcata, ma si ritrova anche nei suoi immediati dintorni. In località Colle, a poca distanza dal borgo e in pieno verde, il Museo Opera Bosco è un posto straordinario.

Creato dagli artisti Anne Demijttenaere e Costantino Morosin e aperto al pubblico dal 1996, è un museo en plein air allestito su una superficie di un paio di ettari di bosco. Le circa quaranta opere che lo compongono sono realizzate solo con materiali naturali provenienti dal bosco e dunque del tutto ecosostenibili. Dietro le opere c’è la mano di decine di artisti che hanno voluto dare il proprio contributo. Un luogo che è un incontro perfetto tra arte e natura. 

Nel Museo Opera Bosco di Calcata, oggi parte del sistema museale della Regione Lazio, si tengono anche seminari e laboratori didattici rivolti agli studenti delle accademie.  

Calcata, misteri e leggende 

 

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Qualcuno dice che Calcata sia anche un regno delle streghe, del mistero e dell’esoterismo.

Una convinzione che nasce dalla credenza che, nelle grotte che disseminavano le campagne circostanti, si compissero dei riti magici e propiziatori, forse legati a dei culti arcaici. Secondo alcuni queste pratiche esoteriche continuano anche al giorno d’oggi forse tra le stanze di alcune abitazioni del borgo. 

Qualunque sia la verità, è lo stesso aspetto a tratti spettrale di Calcata ad attirare i visitatori più curiosi e amanti del brivido.

Questo accade soprattutto in autunno e in occasione di Halloween. La notte delle streghe per gli appassionati di mistero pare proprio essere il momento perfetto per visitare Calcata. 

 

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La fama leggendaria di Calcata non si ferma qui, ma è anzi rafforzata dalle vicende che si sono svolte intorno ad una reliquia religiosa molto particolare. Fino a qualche decennio fa, nella chiesa di Calcata sarebbe stato infatti custodito il Santo Prepuzio di Gesù. Com’era arrivato a Calcata? 

Secondo una leggenda molto diffusa, l’imperatore Carlo Magno lo avrebbe ricevuto in dono da un angelo e nascosto in un luogo sicuro e segreto di Roma. Durante il Sacco di Roma del 1527, sarebbe però stato trafugato da un lanzichenecco che lo nascose in una grotta a Calcata. Rivelò il nascondiglio del prezioso cofanetto contenente la reliquia solo in punto di morte, trent’anni dopo. Una volta trovato, tuttavia, nessuno fu in grado di aprirlo. A farlo fu una ragazza dall’animo puro che, aprendolo, fece diffondere un profumo celestiale per tutto il paese.  

Questo evento venne celebrato per circa quattro secoli con una processione solenne che si teneva il 1° gennaio. Rappresentava, dunque, un simbolo importantissimo della cittadina di Calcata. 

Una quarantina di anni fa, però, la sacra reliquia scomparve all’improvviso e in circostanze misteriose. C’è chi pensa che sia stata di nuovo rubata e chi che sia ancora nella chiesa di Calcata, ma ben nascosta poiché ritenuta troppo… imbarazzante. 

Calcata in libri, musica e film 

 

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Un fascino unico, quello di Calcata, che in quanto tale le ha permesso anche di entrare nel mondo della letteratura, della musica e del cinema.  

Di lei si innamorò lo scrittore James Joyce, e sempre lei venne citata nel 1991 da José Saramago nel romanzo Il Vangelo secondo Gesù Cristo.  

Fabrizio De André l’ha scelta come ambientazione del suo video Una storia sbagliata del 1980. 

Calcata compare, infine, in grandi pellicole della cinematografia italiana come il Decameron di Pier Paolo Pasolini e La Mazzetta di Sergio Corbucci. L’apparizione più emblematica di Calcata è quella nel film Amici Miei di Mario Monicelli. Il grande regista ha ambientato qui la scena della distruzione del paese. 

In un posto come Calcata è d’obbligo un look dal sapore… hippie! E cosa c’è di più adeguato di un paio di jeans a zampa, un top dalla trama floreale che lasci le spalle scoperte e i capelli sciolti e liberi al vento?

 

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